Al centro di un’area metropolitana da 37 milioni di abitanti, la più grande al mondo, Tokyo non suggerisce l’idea di essere il luogo ideale per sfrecciare in go-kart tra camion, taxi e autobus. Eppure quello del noleggio di questi veicoli, da guidare direttamente sulle strade urbane, è diventato negli ultimi tempi uno dei servizi più redditizi offerti dall’industria turistica del Giappone, arrivando solo nella capitale a sfiorare introiti intorno ai quindici milioni di euro. Una crescita che ha acquisito ulteriore slancio dopo le riaperture post-pandemiche e che ha, soprattutto, posto una sfida non indifferente per aspiranti piloti e comuni cittadini: quello della sicurezza stradale.
Quando la città è un autodromo
Come riportato dal Japan Times, nel 2023 solo a Tokyo si sono superate le cento segnalazioni alle autorità per violazioni del codice della strada e schiamazzi. Numeri che si affiancano a quelli degli scontri avvenuti tra go-kart e altri mezzi, una dozzina, e per fortuna ancora nessun ferito alla metà di marzo di quest’anno. Con le proiezioni sugli afflussi turistici in costante crescita, e ingressi record previsti per quest’anno, la polizia della prefettura ha deciso di inviare agli operatori del settore una richiesta di irrigidimento delle normative di sicurezza.
La dozzina di aziende coinvolte dal richiamo all’ordine ha risposto modificando i tracciati dei go-kart, evitando così aree residenziali, e introducendo alcuni divieti, tra cui quello dell’utilizzo del telefono durante la guida. Una mossa che potrebbe essere sminuita dal costante ingresso di nuovi operatori meno inclini al rispetto delle ultime restrizioni, sulla scia di una crescita che dai primi anni ’10 a oggi ha reso questa attività una delle più apprezzate dai turisti stranieri – non a caso in concomitanza con l’ingresso del Giappone nei circuiti del turismo di massa globale.
D’altra parte le strade giapponesi risultano essere tra le più sicure al mondo: lo scorso anno si sono registrati 2678 decessi per incidenti, un numero inferiore a quello italiano e reso ancora più significativo dal fatto che nel nostro paese la popolazione sia la metà di quella del paese asiatico. Guidare go-kart nelle grandi metropoli dell’arcipelago diventa così un’attività relativamente priva di pericoli, resa ancora più invitante dal fascino pop di questi mezzi (in particolare grazie all’industria videoludica) e dalla grande attrattiva sui social media di video che mostrano gli aspiranti piloti nei costumi più bizzarri. Anche se, negli scorsi anni, Nintendo ha fatto causa alle aziende di kart e ha impedito riferimenti espliciti a Mario Kart.
Per guidare un go-kart sul suolo giapponese è necessaria una patente di guida internazionale: il costo medio di una quarantina di euro all’ora per il noleggio effettivo, durante il quale si è affiancati da una guida per l’intera durata, contribuisce all’attrattiva popolare, rivolta come accennato soprattutto a un pubblico straniero, perlopiù occidentale. Ed è proprio il target di riferimento, coniugato al fatto che lo stesso turismo internazionale è un fenomeno relativamente nuovo per il Giappone, a dare un contesto ulteriore alla tensione tra cittadini, forze dell’ordine e imprese locali.
Evoluzione turistica
La diffusione di un fenomeno così singolare sottolinea infatti una delle grandi mancanze di un paese per lungo tempo isolato da trend e abitudini globali, non solo per questioni storiche che la lunga chiusura pandemica ha fatto in parte riaffiorare: quella di una vita notturna all’altezza di metropoli come quelle giapponesi, con Tokyo in particolare riconosciuta come città leader nel mondo sotto molteplici indicatori, nonostante il lungo inverno economico che ha coinvolto il resto del paese. In assenza di attività notturne al di fuori di quartieri specifici, come Shinjuku a Tokyo o Dotonbori a Osaka, il noleggio di go-kart rimane per molti turisti stranieri abituati ai ritmi delle altre capitali asiatiche, americane ed europee una delle attività più interessanti da svolgere dopo cena.
Il binomio Giappone e go-kart si ritrova così a scoprire i limiti di un paese che, nell’attesa di invertire la rotta salariale e produttiva, ha deciso di puntare con successo sul turismo, pur non avendo ancora preso le misure con i ritmi di un pubblico internazionale. Alla ricerca di un nuovo equilibrio, la soluzione a breve termine sembra essere quella di portare un videogioco nella realtà.