Tesla ha licenziato, o sta ancora licenziando, circa il 10% della forza lavoro, ma questa volta la mannaia di Elon Musk non è caduta solo su operati o impiegati di secondo livello, ma anche su dirigenti e manager, alcuni dei quali in azienda da tanto tempo, diventati simbolo e portavoce dei rispettivi reparti.
Forse il nome più noto è quello di Drew Baglino, ormai ex vicepresidente di Powertrain and Energy Engineering, a capo anche del progetto delle famose celle 4680. Dopo 18 anni in Tesla, sembra si sia licenziato, ma voci di corridoio parlano di delusione di Musk per i lenti progressi proprio delle nuove batterie.
A lasciare il posto è stato anche Rohan Patel, capo della politica e dello sviluppo aziendale, ma forse il taglio che ha fatto e farà più discutere è quello di tutto il team Supercharger. In primis Rebecca Tinucci, veterana di 6 anni, e con lei hanno perso il posto tutti i 500 dipendenti che si occupavano dello sviluppo della rete di ricarica Tesla, e che hanno anche guidato i negoziati con gli altri costruttori per l’adozione della presa di ricarica NACS proprietaria di Tesla.
Tutti successi a prima vista, ma forse Musk non è dello stesso avviso. Secondo quanto dichiarato dal CEO, questi licenziamenti non fermeranno lo sviluppo della rete Supercharger, ma in verità i primi effetti si sono già visti. Secondo alcune fonti del magazine Electrek, Tesla avrebbe annullato quattro contratti di locazione per le prossime sedi Supercharger a New York: uno a Maspeth, South Bronx, due nel Queens e uno al Gateway Center, Brooklyn.
Questi nuovi Supercharger si erano resi necessari per via della congestione delle postazioni newyorkesi, a causa della grande adozione di veicoli Tesla da parte dei rider delle compagnie di sharing come Uber e Lyft. Tesla aveva promesso almeno 100 postazioni aggiuntive, promessa che ora quindi sarà fortemente ridimensionata. In alcuni siti c’erano già stati lavori per adeguare la potenza di rete a disposizione, quindi potrebbero essere acquisiti da altri gestori, come Revel.
La mossa di Musk ha destato inoltre preoccupazione nei dirigenti di praticamente tutti i marchi sul mercato delle elettriche, proprio per via dell’adozione della presa NACS. I manager ovviamente si aspettavano una rete Supercharger in grande crescita, per offrire ai propri clienti più soluzioni di ricarica, ma ora il ridimensionamento del programma rischia di essere un collo di bottiglia per le vendite.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, ha lasciato le scrivanie anche il nuovissimo team pubblicitario. Dopo tutte queste inattese notizie, sono sempre di più gli investitori che chiedono la testa di Elon Musk, accusato di voler solo racimolare soldi pubblici (aprendo la rete Supercharger a tutti) e di voler eliminare dissidenti che potrebbero fargli perdere il suo premio da 55 miliardi, di recente annullato da una sentenza e sotto nuova approvazione.